Hanno scritto su di me

"Il motivo sinuoso delle forme, siano esse umane o non, si ritrovano più volte nell'arte fin dalle sue origini. Il nostro Rinascimento, in tempi in cui la sperimentazione e la ricerca sono il motivo trainante per il raggiungimento del sublime estetico, ci rimanda ad armoniche forme umane quali quelle femminine che vanno dal Botticelli a, un secolo dopo, il Bronzino; in mezzo a loro, sullo stesso percorso, Rosso fiorentino, Pontormo e Parmigianino, per citare solo alcuni capisaldi. Se in quelli la linea fluttua libera nello spazio, il travaglio e l'insofferenza del mondo moderno aggroviglieranno la linea per poi compenetrare i volumi a partire da Tolouse-Lautrec fino ai cubisti scientifici. Tra i due l'arte diventa moda e puro soddisfacimento estetico con la libertà compositiva dell'Art Nouveau in cui il contrasto può anche essere letta come interazione.
Queste ed altre considerazioni vengono alla mente guardando l'opera di Anna Lotrionte Marino, viziati come siamo nel volere a tutti i costi ritrovare origini, memorie, citazioni, precedenti, fonti d'ispirazione. Ma i dipinti di Anna, da qualche anno, sono tutto quello ed altro allo stesso tempo; la sua è una di quelle pitture senza tempo, al di fuori del tempo: decisamente moderna ma contemporaneamente si rifà a varie molteplici fonti, fondendole in un tutt'unico, senza privilegiarne nessuna, in un formalismo di forte impronta decorativa. Però il suo è più un percorso della memoria e della fantasia piuttosto che della storia.
In questo approccio, all'interno di un'indubbia problematica contemporanea, una delle peculiarità spiazzanti è la tecnica: una stesura di una tale lindezza che la tela pare tessuta di quel colore; le sfumature sono delicate ombreggiature date da una luce decisa ma non violenta, avvolgente, tanto da diventare impalpabile. L'oggetto ed il fondo sono trattati come se fossero fatti della stessa "materia", un'unica consistenza che è rappresentata da un motivo decorativo morbido e sinuoso: così si giustificano il panciuto vasellame delle nature morte, il privilegiare l'elemento vegetale e, non ultimo, la scelta emergente del nudo femminile con evidenti ed invitanti forme voluttuose. Il "reale" è trattato con una cura iperrealistica in cui però le linee e le forme di un mondo fantastico lo avvolgono nel tentativo di inglobarlo. Forse un giorno, nel prosieguo della ricerca, prevarranno le forme realistiche oppure quelle dell'irrazionale fantastico sul tutto; oggi assistiamo all'incontro turbinoso delle due: l'eterno dilemma di ogni artista che attualmente Anna Lotrionte Marino affronta con tenacia ed un lavoro puntiglioso."

Bruno Regni



"Anna Lotrionte nasce in provincia di Matera.
Ancora bambina si trasferisce a Roma con la famiglia. Qui compie i suoi studi ma, dopo essersi iscritta alla facoltà di Economia e Commercio, Anna sente fortemente che la sua vita è là dove la forma, il colore, la luce possono finalmente esprimere il suo mondo interiore.
Studia privatamente con Saro Mirabella, frequenta la scuola di nudo presso l'Accademia di Belle Arti, consegue il diploma di Maturità artistica ed insegna con passione per vent'anni nelle scuole medie.
Migliaia di "punti" segnano il suo cammino, velano le sue forme sognanti e sofferte.
Migliaia di faticosissimi punti ostacolano il suo percorso. Una fastidiosa ed invalidante infiammazione al braccio destro le impedisce di continuare ad usare quella tecnica a tempera, fatta di una miriade di pennellate successive, che scompongono la realtà e la ricompongono, leggera, in forme senza tempo, in paesaggi ove solo la fantasia di Anna ha lasciato le sue solitarie orme.
Soltanto negli ultimi tempi ha potuto riprendere gradualmente a dipingere.
La tempera è divenuta olio, i punti si sono espansi in strati di colore, la materia fredda e scomposta, le forme trasparenti e leggere, si sono aperte ad accogliere nuove ed inaspettate presenze. In una dimensione onirica le astratte linee della sua fantasia, quasi per geometrica intersezione, hanno generato una prima, solitaria immagine di donna che, risvegliandosi da un lungo silenzio, timida e incerta, inizia a percorrere quella strada che Anna ha finalmente trovato."

Francesca Vetrugno